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FamVin Gennaio 2020: intervista a Madre Marilena Bertini

A gennaio 2020 Roma ospiterà l’incontro dei Superiori della Famiglia Vincenziana. Iniziamo a parlarne a conoscere i protagonisti con questa intervista a madre Marilena Bertini, Superiora delle Sorelle Ministre della Carità’ di San Vincenzo de’ Paoli.

Come e quando è avvenuta la vostra fondazione?

La Congregazione delle Sorelle Ministre della Carità di San Vincenzo De’ Paoli è nata a Trecate nel 1733. In quell’epoca il borgo di Trecate  viveva in condizioni di grande povertà, sia materiale che culturale. Il nobile Giovanni Battista Leonardi, originario di Milano e proprietario di diversi beni nel territorio trecatese, fu colpito da tanta povertà e volle portare aiuti concreti, in modo stabile e duraturo, un’istruzione alle fanciulle, alle quali era riservata solo un’educazione puramente domestica. Nacque così in lui l’idea di “fondare l’Istituto delle Donne Ministre delle Inferme, a somiglianza dell’eretto in Francia dal beato Vincenzo de’ Paoli” (Decreto di Fondazione),  perché si prendessero cura degli ammalati, somministrando loro le medicine che esse stesse preparavano, e perchè si occupassero dell’istruzione delle fanciulle, alle quali era riservata solo un’educazione puramente domestica. Leonardi  morì il 29 gennaio 1733, prima di veder concretizzato il suo desiderio, ma non prima di aver destinato una parte della sua eredità a questo scopo. Fu don Pietro De’ Luigi, parroco di Trecate, a portare a compimento l’ispirazione del nobile Leonardi. L’11 giugno del 1733 ottenne dal Vescovo di Novara, il Cardinal Giberto Borromeo, l’approvazione per questa nuova ed originale opera. Il 25 giugno dello stesso anno furono approvate le prime Costituzioni, scritte di proprio pugno da don Pietro de’ Luigi. Più avanti il nome fu modificato in “Sorelle Ministre della carità di San Vincenzo de’ Paoli”. L’inizio effettivo della Congregazione avvenne il 9 maggio 1734, quando si riunirono in comunità le prime giovani. L’11 novembre, nella Chiesa Parrocchiale di Trecate, alla presenza delle autorità civili e religiose, avvenne la prima vestizione che diede inizio all’anno di noviziato. Nell’autunno successivo (13 novembre 1735) le fondatrici emisero la loro Professione religiosa assumendo l’obbligo di osservare i voti di povertà castità e obbedienza, che in quel tempo e fino al 1931, dovevano essere rinnovati annualmente.

L’epoca di fondazione, in cui normalmente le forme di consacrazione femminile erano claustrali, influì molto sulla radice della nostra Congregazione che, pur essendo nata con fine di vita apostolica, porta tuttavia forti segni derivanti dallo stile monastico. Per questo la Casa Madre è ancora oggi conosciuta col nome di “Monastero”. Per diversi anni si ebbe anche un numero fisso di 24 suore divise tra coriste e converse, proprio come si usava nella clausura del tempo. Questo determinò un’iniziale scarsa espansione geografica e numerica, ma anche la capacità di mantenere un saldo equilibrio tra contemplazione e azione apostolica.  Fu proprio l’utilità sociale dell’operato delle nostre sorelle che permise loro di non subire la soppressione voluta da Napoleone per tutte le realtà religiose, ritenute inutili, ma detentrici di grandi e desiderabili beni materiali.  La storia però non sempre si ripete e una legge, questa volta italiana (detta Legge Siccardi, emanata il 7 luglio 1866), riuscì a sopprimere la nostra Congregazione, permettendo esclusivamente alle sorelle che avevano fatto Professione prima di quella data, di continuare la vita religiosa, fino a quando fossero rimaste almeno in sei. Tuttavia, nonostante le difficoltà e i controlli dell’autorità, le sorelle continuarono clandestinamente la loro vita di consacrazione, accettando anche nuovi membri. Per evitare ulteriori repressioni aprirono comunità anche in altri paesi della provincia di Novara, quali Omegna e Prato Sesia, dando così l’avvio ad una nuova espansione apostolica della Congregazione, che per oltre un secolo e mezzo aveva esercitato la sua opera esclusivamente in Trecate. Nel 1899, migliorata la situazione civile, le sorelle ricomprarono la Casa Madre, che era stata confiscata con tutti gli altri beni, e ripresero la loro vita religiosa con maggior slancio apostolico.  Nel 1956 la Congregazione ottenne l’approvazione Pontificia dal Sommo Pontefice Pio XII, con Decreto del 15 maggio: fu il riconoscimento di una storia realmente voluta da Dio, iniziata nella piccolezza e nella semplicità e proseguita con tenacia e fede nell’esercizio della carità fattiva. Dopo il Concilio Vaticano ll, la Congregazione, rispondendo all’invito della Chiesa ad aprirsi alla Missione ad Gentes, ha avviato la sua espansione oltre confine con la prima apertura missionaria in Perù nel 1971.  Oramai i confini erano aperti, altre aperture missionarie seguirono nel giro di pochi anni: Filippine, India, Ecuador, Lituania, Indonesia…

In cosa la vostra Congregazione riflette il carisma vincenziano?

Dalla sua fondazione, la Congregazione fa riferimento alla spiritualità di S. Vincenzo de’ Paoli e alla sua fondazione francese. In particolare Essa si è plasmata apprendendo da S. Vincenzo a riconoscere Cristo nei poveri, ad essere attenta ai loro bisogni non solo materiali ma anche morali e spirituali.  Nel tempo la Famiglia religiosa si è mantenuta fedele al carisma fondazionale, cercando di cogliere le urgenze del momento e di rispondervi con varie forme di aiuto:  in campo educativo, dando particolare attenzione al mondo femminile, attraverso le scuole, le case famiglia per minori in difficoltà, convitti studenteschi, la pastorale parrocchiale e sportiva;  in campo assistenziale con l’attenzione agli anziani e agli ammalati nelle case di riposo, con la cura ambulatoriale e le visite domiciliari, il servizio negli ospedali, le visite alle carceri;  in campo sociale con le mense per i poveri, la distribuzione di alimenti ed indumenti, le iniziative per favorire l’integrazione sociale degli immigrati.  

Attese e aspettative per il carisma Vincenziano mentre ci avviciniamo all’incontro con i leader della Famiglia Vincenziana in programma nel gennaio del 2020 a Roma.

Dopo aver partecipato al simposio internazionale in occasione dei 400 anni di nascita della spiritualità vincenziana, c’è la gioia di ritrovarci nuovamente come Famiglia Vincenziana. È una nuova opportunità per  per conoscerci meglio e condividere esperienze. Riguardo ai contenuti degli incontri, sarebbe interessante rileggere il carisma vincenziano alla luce del magistero di papa Francesco.

FHA – Famvin Homless Alliance

L’Alleanza per i Senzatetto della Famiglia Vicenziana – FHA (Famvin Homless Alliance) nasce nel 2017 su impulso dei Leader delle differenti realtà religiose e laiche che compongono la grande Famiglia Vincenziana per celebrare i 400 anni dalla nascita del Carisma Vincenziano. 

Obiettivo specifico è quello di concentrare gli sforzi della Famiglia Vincenziana di tutto il mondo  a lavorare in modo concreto, ma al tempo stesso creativo, per favorire un cambiamento sistemico a favore degli oltre 1.2 miliardi di abitanti di questo mondo che sono privi di un posto da chiamare casa. La definizione di Senzatetto comprende i senza fissa dimora delle strade, i rifugiati, gli sfollati e anche coloro che vivono nelle baraccopoli e in alloggi inadeguati. 

Con l’aiuto dell’intera Famiglia Vincenziana, la FHA sta lavorando per un cambiamento effettivo e sostenibile nella vita di migliaia di Senzatetto in tutto il mondo: incoraggiando lo sviluppo di nuovi servizi;  costruendo una rete tra i gruppi Vincenziani che già lavorano in  tale contesto dalle mille sfaccettature; sostenendo e favorendo leaders emergenti o già operativi; promuovendo la condivisione delle migliori strategie fra le differenti parti della Famiglia Vincenziana; esercitando pressione a livello istituzionale per cambiamenti strutturali su scala nazionale, territoriale e mondiale a favore dei Senzatetto; realizzando e mettendo a disposizione materiali formativi a sostegno di questa iniziativa per ciò che riguarda la nostra Spiritualità Vincenziana.

La Famiglia Vincenziana ha una tradizione di 400 anni di servizio ai poveri, in molti ambiti differenti tra cui quello dei Senzatetto. In questo senso, la missione della FHA si sviluppa quindi su un terreno già davvero familiare ai Vincenziani di tutto il mondo. La FHA è ora in grado di fornire una struttura tale da riunire tutti i membri della Famiglia, consentendo a ciascuno di raccontare la propria storia, di condividere le conoscenze e collaborare localmente per raggiungere obiettivi mondiali comuni a beneficio dei Senzatetto. 

Questi obiettivi includono la creazione di una prima mappa mondiale del sostegno Vincenziano ai Senzatetto; la creazione di una rete di comunicazione per condividere le esperienze e conoscenze di ciascuno; lo sviluppo di una autentica Voce Vincenziana per i Senzatetto davanti alle Nazioni Unite e alle altre Istituzioni Mondiali. Ci proponiamo infine di ispirare una serie di progetti basati su collaborazioni e interventi che possano avere un effetto reale nella vita dei Senzatetto di tutto il mondo. Un esempio di come può cambiare la vita è la Campagna 13 Case. 

Il nome della Campagna prende spunto da un episodio legato proprio alla figura di San Vincenzo de’ Paoli. Tutto ebbe inizio quando nel 1643 Re Luigi XIII assegnò a San Vincenzo l’equivalente di un milione di dollari come donazione per la missione della sua Congregazione. San Vincenzo scelse di usare quei soldi per costruire 13 Piccole Case vicino a Saint-Lazare a Parigi, la casa madre della Congregazione della Missione, per prendersi cura dei bambini abbandonati. I costi correnti di queste case furono sostenuti dalle Dame della Carità e la cura degli stessi bimbi divenne parte del lavoro delle Figlie della Carità. Lavorando insieme la Famiglia Vincenziana ha aiutato migliaia di bambini che altrimenti sarebbero morti nelle strade. 

Ma molto di più ha fatto questa stessa collaborazione Vincenziana per i Senzatetto. Ha distribuito aiuti agli sfollati nella zona di guerra dell’Alsazia Lorena e ha sostenuto e ospitato rifugiati in fuga dai luoghi di battaglia. Ha offerto la Casa di Cura “Il Nome di Gesù” nel 1652 per ospitare, vestire, nutrire e formare le persone anziane che vivevano per le strade o nelle baraccopoli di Parigi. Ha avuto il merito di lanciare Les Petites Ecoles (Le Piccole Scuole) per donare ai poveri l’alfabetizzazione, la matematica e l’educazione – consentendo loro di sfuggire alla povertà intergenerazionale che spesso li costringeva alla stessa condizione di Senzatetto dei loro padri. 

Oggi ci troviamo di fronte agli stessi problemi che San Vincenzo ha affrontato, ma su scala globale. Dei 7 miliardi di persone presenti su questo pianeta circa 1,2 miliardi sono Senzatetto – sono sfollati, vivono nelle baraccopoli o nelle strade delle nostre città. Molti di loro sono stati allontanati nel momento in cui più necessitavano aiuto – balzano alla mente le parole che smorzano la gioia nella narrazione della natività secondo Luca: “non c’era posto per loro nell’albergo.” (Luca 2:7) 

“Noi ci siamo ispirati alle 13 Case di San Vincenzo. Egli vide un bisogno e rispose con un’azione concreta. Oggi vediamo la necessità di oltre un miliardo di uomini, donne e bambini. La Campagna 13 Case è stata creata in risposta alle loro esigenze; imparando e lasciandosi ispirare dallo spirito dello stesso San Vincenzo. – fanno sapere dalla FHA -. Per noi, le 13 Case di San Vincenzo sono un’ispirazione, non una formula. I Progetti 13 Case di oggi saranno inevitabilmente diversi in ciascun paese, a seconda delle esigenze della comunità locale. In alcuni luoghi potranno consistere nello sviluppo di alloggi o rifugi per i Senzatetto. Potranno consistere nella ristrutturazione di appartamenti abbandonati, o nello sviluppo di una mensa di cui c’è urgente bisogno per riunire i più poveri intorno a un tavolo. Potrà trattarsi di un progetto di visite volto ad accogliere i rifugiati in un paese o sostenerli nei vari accampamenti in tutto il mondo. Potrà essere un piano già messo su carta, o qualcosa che deve ancora essere concepito. A prescindere dalla forma che assumerà, si tratta di una risposta pratica e locale, con una visione a lungo termine in grado di affrontare questo problema globale.” 

Di seguito alcuni esempi concerti di questa prima fase-pilota della Campagna che è partita a settembre dello scorso anno e conta di svilupparsi nell’arco di 3-5 anni

Vincent is home (USA): https://vfhomelessalliance.org/blog/category/13-houses-fha/13-houses-campaign-bulletin/

Great Britain’s Ambitious 13 Houses Plans: https://vfhomelessalliance.org/blog/2019/04/30/great-britains-ambitious-13-houses-plans/

A View from India – The Congregation of the Mission in Southern India and the 13 Houses Campaign: https://vfhomelessalliance.org/blog/2019/03/28/a-view-from-india-the-congregation-of-the-mission-in-southern-india-and-the-13-houses-campaign/ 

Hope for Venezuela’s Refugees: https://vfhomelessalliance.org/blog/2019/03/14/hope-for-venezuelas-refugees-c13h/  

www.vfhomelessalliance.org 

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Famvin Homeless Alliance – FHA 

AIC Executive Board Meeting 2019

Si è svolto a Bruxelles dal 19 al 22 marzo scorso l’incontro annuale del Comitato esecutivo dell’International Association of Charities , AIC, una rete internazionale composta da oltre 150.000 volontari, principalmente donne, che combattono la povertà in 53 paesi nel mondo fra Africa, America Latina, Asia, Europa e Stati Uniti. Si tratta di una presenza calata nel territorio con l’obiettivo di comprendere le reali necessità delle persone e operare per risolverle con progetti che riguardano principalmente l’istruzione, la salute e l’inclusione sociale. Molte attività dell’AIC hanno anche un coinvolgimento personale come le visite a domicilio, in particolare agli anziani, e le visite negli ospedali o nelle carceri. L’incontro, svoltosi in un’atmosfera amichevole e solidale, è stata un’occasione di conoscenza e di aiuto reciproco.

Il comitato esecutivo dell’AIC è composto da nove membri di diverse associazioni e provenienti da tutti i continenti (Belgio, Camerun, Colombia, Francia, Messico, Filippine, Spagna, USA) ed è guidato dalla presidente Alicia Duhne. All’incontro ha partecipato uno degli assistenti spirituali, Padre Alvaro Mauricio Fernandez, CM. In questa occasione sono stati invitati a prender parte ai lavori del Consiglio Padre Joe Agostino CM e Javier Chento.

L’obiettivo dell’incontro annuale di marzo era valutare il lavoro svolto nel corso dell’ultimo anno  e pianificare le attività future secondo le linee d’azione prioritarie votate nell’ultima Assemblea Internazionale svoltasi in Francia nel marzo 2017: promuovere, attraverso l’educazione, lo sviluppo integrale della persona per la cura della casa comune; rafforzare l’identità vincenziana; incoraggiare responsabilità e servizio nella leadership. Per quanto riguarda il primo punto, la promozione dello sviluppo integrale della persona, AIC ha lanciato lo scorso anno il Premio Dominique per progetti di sviluppo sostenibile che ha ricevuto molte iscrizioni ed è stato vinto da due progetti di orti comunitari in Brasile e in Italia. I progetti,  di grande interesse,  che hanno partecipato a questa nuova iniziativa hanno dimostrato una notevole consapevolezza e molta creatività da parte dei volontari dell’AIC. È stato deciso che la cura della casa comune sarà  uno dei temi chiave della prossima Assemblea internazionale che si terrà in Colombia nel marzo 2020. Per quanto riguarda il rafforzamento dell’identità vincenziana, l’AIC ha collaborato intensamente  con la Famiglia Vincenziana durante lo scorso anno e  ad ogni livello, dai progetti locali a quelli internazionali e è stato valutato un corso formativo di spiritualità per i collaboratori laici negli USA e in America Latina. Padre Joe ha parlato delle azioni della Famiglia Vincenziana, Javier della Commissione di comunicazione, degli obiettivi e delle strategie da mettere in atto per una buona comunicazione. Padre Mauricio ha svolto il suo intervento sulla protezione dei minori, che su richiesta di Papa Francesco, è un  tema di particolare attenzione all’interno della Famiglia Vincenziana e sarà anche un tema di riflessione all’Assemblea dell’AIC nel 2020. È stato concordato che l’AIC continuerà la sua missione di formare i volontari, attraverso il Diploma AIC e le sue riflessioni mensili. Il reclutamento di nuovi volontari che desiderano seguire il carisma vincenziano è emerso come una chiara priorità e sarà oggetto di materiale formativo futuro. Infine  la leadership sarà un tema chiave in tre seminari di formazione continentale dell’AIC che si terranno nel 2019: per l’Europa e il Medio Oriente in Francia a giugno, per l’ Asia nelle Filippine a luglio e per l’Africa in Camerun ad agosto.

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